San Francesco di Paola

San Francesco di Paola

Preghiera a S. Francesco di Paola

Padre San Francesco,
Ti preghiamo di intercedere presso il Signore, affinché come Tu ci insegni
sappiamo sempre avere nella vita “il gusto delle cose celesti”.
Fà che la nostra vita sia piena di Cielo e donaci le ali della verità e della carità per costruire nel nuovo millennio la civiltà dell’amore.
Fà che noi siamo operatori di pace, perché come Tu hai detto
“ la pace è il più grande tesoro
che i popoli possano avere”.
Fà che noi abbiamo sempre il coraggio di “dimenticare il torto ricevuto” in modo tale che nelle nostre famiglie,
nelle nostre città e nel mondo intero, regni la vera riconciliazione con Dio con noi stessi, con gli altri e con la natura.
Fà che il nostro cuore sia pieno di carità e che in ogni fratello che incontriamo sappiamo riconoscere il Cristo
che bussa alla porta del nostro cuore.
Siì Tu il nostro Maestro Spirituale Perché, alla Tua scuola, liberi perché penitenti, vogliamo realizzare il Tuo sogno che è il nostro sogno “Praticare insieme il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo”. Amen .

San Francesco di Paola
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234 Commenti su “San Francesco di Paola”

  1. San Francesco, tu conosci il mio più grande desiderio. Fa che possa presto realizzarsi, concedimi per il mio compleanno questa grazia, fammi questo regalo che tanto desidero e attendo da tempo

  2. Annulla tutte le maledizioni, le negatività che fanno parte del nostro albero genealogico di vivi e defunti e trasformale in prosperità economica, lavorativa, benessere fisico e mentale, pace e amore in famiglia.
    Per intercessione di tutti gli angeli e i Santi del paradiso e le santissime anime del purgatorio che pregano per me e tutti i membri della mia famiglia.
    Amen.
    Sia lode e Gloria a Gesù, Giuseppe e Maria!

  3. O Glorioso San Francesco , Tu che sei il Santo Taumaturgo , Invocato dal popolo calabrese … Ti Supplico di Intercedere per me , di liberarmi dalla maledizione che da sempre mi porto dietro … Amen e Grazie di cuore

  4. O Santo eremita, potente taumaturgo Francesco da Paola che fosti cercato dal re di Francia perché in quel tempo niente è nessuno sembrava poter arrestare la peste che stava imperversando.Soltanto al tuo passaggio semplicemente benedicendo con segno della croce liberando tutti dal morbo. Oggi ti chiediamo di benedire anche la nostra Italia in questo momento di emergenza sanitaria che sembra non avere fine e ti chiediamo per tua intercessione presso Dio di debellarla definitivamente. Facciamo nostra la tua preghiera “Oh Signore Gesù, buon pastore delle anime nostre, conserva i giusti, converti i peccatori, porta in cielo le anime dei defunti e si propizio a me miserabilissimo peccatore”! Amen. 🙏

  5. San Francesco di Paola ti prego per mio figlio Francesco illumina il suo cuore e la sua mente. Stai vicino a lui tienilo per mano oggi e sempre ❤️

  6. Ti prego San Francesco di Paola ti prego per Francesco e Andrea. Ti prego per Ledi che amo tantissimo vorrei riconquistare aiutami tu la tua volontà

  7. Dal libro del profeta Isaia 19, 16-25
    *Gli Egiziani e gli Assiri conosceranno il Signore
    e lo serviranno*
    In quel giorno gli Egiziani diverranno come femmine, tremeranno e temeranno all’agitarsi della mano del Signore degli eserciti contro di loro. Il paese di Giuda sarà il terrore degli Egiziani; quando se ne parlerà, ne avranno spavento, a causa del proposito che il Signore degli eserciti ha formulato contro di esso.
    In quel giorno ci saranno cinque città nell’Egitto che parleranno la lingua di Canaan e giureranno per il Signore degli eserciti; una di esse si chiamerà Città del sole. In quel giorno ci sarà un altare dedicato al Signore in mezzo al paese d’Egitto e una stele in onore del Signore presso la sua frontiera: sarà un segno e una testimonianza per il Signore degli eserciti nel paese d’Egitto. Quando, di fronte agli avversari, invocheranno il Signore, allora egli manderà loro un salvatore che li difenderà e li libererà. Il Signore si rivelerà agli Egiziani e gli Egiziani riconosceranno in quel giorno il Signore, lo serviranno con sacrifici e offerte, faranno voti al Signore e li adempiranno. Il Signore percuoterà ancora gli Egiziani ma, una volta colpiti, li risanerà. Essi faranno ritorno al Signore ed egli si placherà e li risanerà.
    In quel giorno ci sarà una strada dall’Egitto verso l’Assiria; l’Assiro andrà in Egitto e l’Egiziano in Assiria; gli Egiziani serviranno il Signore insieme con gli Assiri. In quel giorno Israele, il terzo con l’Egitto e l’Assiria, sarà una benedizione in mezzo alla terra. Li benedirà il Signore degli eserciti: «Benedetto sia l’Egiziano mio popolo, l’Assiro opera delle mie mani e Israele mia eredità».

  8. Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
    Rendete grazie al Signore perché è buono,
    perché il suo amore è per sempre.
    È meglio rifugiarsi nel Signore
    che confidare nell’uomo.
    È meglio rifugiarsi nel Signore
    che confidare nei potenti.

    Apritemi le porte della giustizia:
    vi entrerò per ringraziare il Signore.
    È questa la porta del Signore:
    per essa entrano i giusti.
    Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
    perché sei stato la mia salvezza.

    Ti preghiamo, Signore: dona la salvezza!
    Ti preghiamo, Signore: dona la vittoria!
    Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
    Vi benediciamo dalla casa del Signore.
    Il Signore è Dio, egli ci illumina.

  9. Dalle «Omelie sul vangelo di Matteo» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
    (Om. 33, 1. 2; PG 57, 389-390)
    *Se saremo agnelli vinceremo,
    se lupi saremo vinti*
    Finché saremo agnelli, vinceremo e, anche se saremo circondati da numerosi lupi, riusciremo a superarli. Ma se diventeremo lupi, saremo sconfitti, perché saremo privi dell’aiuto del pastore. Egli non pasce lupi, ma agnelli. Per questo se ne andrà e ti lascerà solo, perché gli impedisci di manifestare la sua potenza.
    È come se Cristo avesse detto: Non turbatevi per il fatto che, mandandovi tra i lupi, io vi ordino di essere come agnelli e colombe. Avrei potuto dirvi il contrario e risparmiarvi ogni sofferenza, impedirvi di essere esposti come agnelli ai lupi e rendervi più forti dei leoni. Ma è necessario che avvenga così, poiché questo vi rende più gloriosi e manifesta la mia potenza. La stessa cosa diceva a Paolo: «Ti basta la mia grazia, perché la mia potenza si manifesti pienamente nella debolezza» (2 Cor 12, 9). Sono io dunque che vi ho voluto così miti.
    Per questo quando dice: «Vi mando come agnelli» (Lc 10, 3), vuol far capire che non devono abbattersi, perché sa bene che con la loro mansuetudine saranno invincibili per tutti.
    E volendo poi che i suoi discepoli agiscano spontaneamente, per non sembrare che tutto derivi dalla grazia e non credere di esser premiati senza alcun motivo, aggiunge: «Siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe» (Mt 10, 16). Ma cosa può fare la nostra prudenza, ci potrebbero obiettare, in mezzo a tanti pericoli? Come potremo essere prudenti, quando siamo sbattuti da tante tempeste? Cosa potrà fare un agnello con la prudenza quando viene circondato da lupi feroci? Per quanto grande sia la semplicità di una colomba, a che le gioverà quando sarà aggredita dagli avvoltoi? Certo, a quegli animali non serve, ma a voi gioverà moltissimo.
    E vediamo che genere di prudenza richieda: quella «del serpente». Come il serpente abbandona tutto, anche il corpo, e non si oppone pur di risparmiare il capo, così anche tu, pur di salvare la fede, abbandona tutto, i beni, il corpo e la stessa vita.
    La fede è come il capo e la radice. Conservando questa, anche se perderai tutto, riconquisterai ogni cosa con maggiore abbondanza. Ecco perché non ordina di essere solamente semplici o solamente prudenti, ma unisce queste due qualità, in modo che diventino virtù. Esige la prudenza del serpente, perché tu non riceva delle ferite mortali, e la semplicità della colomba, perché non ti vendichi di chi ti ingiuria e non allontani con la vendetta coloro che ti tendono insidie. A nulla giova la prudenza senza la semplicità.
    Nessuno pensi che questi comandamenti non si possano praticare. Cristo conosce meglio di ogni altro la natura delle cose. Sa bene che la violenza non si arrende alla violenza, ma alla mansuetudine.

  10. Dal libro del profeta Gioele 4, 1-3. 9-21
    Giudizio finale e felicità eterna
    Così dice il Signore:
    «Ecco, in quei giorni e in quel tempo,
    quando avrò fatto tornare i prigionieri
    di Giuda e Gerusalemme,
    riunirò tutte le nazioni
    e le farò scendere nella valle di Giòsafat,
    e là verrò a giudizio con loro
    per il mio popolo Israele, mia eredità,
    che essi hanno disperso fra le genti
    dividendosi poi la mia terra.
    Hanno tirato a sorte il mio popolo e hanno dato un fanciullo in cambio di una prostituta, han venduto una fanciulla in cambio di vino e hanno bevuto.
    Proclamate questo fra le genti:
    chiamate alla guerra santa,
    incitate i prodi,
    vengano, salgano tutti i guerrieri.
    Con le vostre zappe fatevi spade
    e lance con le vostre falci;
    anche il più debole dica: io sono un guerriero!
    Svelte, venite, o genti tutte, dai dintorni
    e radunatevi là!
    Signore, fa’ scendere i tuoi prodi!
    Si affrettino e salgano le genti
    alla valle di Giòsafat,
    poiché lì siederò per giudicare
    tutte le genti all’intorno.
    Date mano alla falce,
    perché la messe è matura;
    venite, pigiate,
    perché il torchio è pieno
    e i tini traboccano …
    tanto grande è la loro malizia!
    Folle e folle
    nella Valle della decisione,
    poiché il giorno del Signore è vicino
    nella Valle della decisione.
    Il sole e la luna si oscurano
    e le stelle perdono lo splendore.
    Il Signore ruggisce da Sion
    e da Gerusalemme fa sentire la sua voce;
    tremano i cieli e la terra.
    Ma il Signore è un rifugio al suo popolo,
    una fortezza per gli Israeliti.
    Voi saprete che io sono il Signore
    vostro Dio
    che abito in Sion, mio monte santo,
    e luogo santo sarà Gerusalemme;
    per essa non passeranno più gli stranieri.
    In quel giorno le montagne stilleranno vino nuovo
    e latte scorrerà per le colline;
    in tutti i ruscelli di Giuda
    scorreranno le acque.
    Una fonte zampillerà dalla casa del Signore
    e irrigherà la valle di Sittim.
    L’Egitto diventerà una desolazione
    e l’Idumea un brullo deserto
    per la violenza contro i figli di Giuda,
    per il sangue innocente sparso nel loro paese,
    mentre Giuda sarà sempre abitato
    e Gerusalemme di generazione in generazione.
    Vendicherò il loro sangue, non lo lascerò impunito
    e il Signore dimorerà in Sion».

  11. Dai “Discorsi” del beato Martino di Léon, monaco (Disc. sull’Avvento)

    Il Verbo, germoglio di giustizia, è sempre coeterno a Dio Padre

    Il profeta Geremia, fratelli carissimi, discendente da famiglia sacerdotale, prima di essere concepito, fu conosciuto da Dio che «chiama all’esistenza le cose che ancora non esistono» (Rm 4,17); fu santificato prima di nascere e fu avvertito che doveva rimanere vergine, destinato a profetare non solo ai Giudei, ma anche ai pagani.

    E infatti fu veritiero nel profetare, severo nell’esortare i Giudei a penitenza, pio nel piangere i peccati del popolo, acuto nel prevedere i mali futuri, paziente e forte nel tollerare le avversità, mite nel conversare con gli afflitti. Dunque un uomo così santo, prevedendo il tempo della redenzione umana e l’avvento del Figlio di Dio, istruito dallo Spirito Santo parla a consolazione del genere umano secondo la predizione fattagli da Dio, dicendo: «Ecco, verranno giorni, dice il Signore, nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. E questo sarà il nome con cui lo chiameranno: Signore-nostra-giustizia (Ger 23,5.6).

    Il Germoglio di giustizia è sempre coeterno a Dio Padre; e nel tempo si fece carne dalla Vergine Maria e discende dalla stirpe di Davide. A ragione è detto anche Germoglio di giustizia, della cui giustizia il profeta così dice: «Giusto è il Signore, ama le cose giuste, gli uomini retti vedranno il suo volto» (Sal 10,7).

    Anche l’evangelista Giovanni parla di questo re, del suo nome e della sua giustizia: «Vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava “Fedele” e “Verace”: egli giudica e combatte con giustizia e il suo nome è Verbo di Dio: un nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei re e Signore dei signori» (Ap 19,11.13.16). Tutti coloro dunque che per la fede sono chiamati figli di Dio, attestano con assidua lode che lui è il Re dei re e il Signore dei signori: «Regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra» (Ger 23,5) perché nel giudizio non disprezzerà il povero né onorerà il potente. Questo re «non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i poveri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese» (Is 11,3-4); perché «fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà» (Is 11,5).

  12. Dal libro del profeta Geremia (22,10-30)

    Oracolo contro l’ultimo re di Giuda

    Non piangete sul morto

    e non fate lamenti per lui,

    ma piangete amaramente su chi parte,

    perché non tornerà più,

    non rivedrà il paese natio.

    Poiché dice il Signore riguardo a Sallum figlio di Giosia, re di Giuda, che regna al posto di Giosia suo padre: «Chi esce da questo luogo non vi farà più ritorno, ma morirà nel luogo dove lo condurranno prigioniero e non rivedrà più questo paese».

    Guai a chi costruisce la casa senza giustizia

    e il piano di sopra senza equità,

    che fa lavorare il suo prossimo per nulla,

    senza dargli la paga,

    e dice: «Mi costruirò una casa grande

    con spazioso piano di sopra»

    e vi apre finestre

    e la riveste di tavolati di cedro

    e la dipinge di rosso.

    Forse tu agisci da re

    perché ostenti passione per il cedro?

    Forse tuo padre non mangiava e beveva?

    Ma egli praticava il diritto e la giustizia

    e tutto andava bene.

    Egli tutelava la causa del povero e del misero

    e tutto andava bene;

    questo non significa infatti conoscermi?

    Oracolo del Signore.

    I tuoi occhi e il tuo cuore,

    invece, non badano che al tuo interesse,

    a spargere sangue innocente,

    a commettere violenza e angherie.

    Per questo così dice il Signore

    su Ioiakim figlio di Giosia, re di Giuda:

    «Non faranno il lamento per lui, dicendo:

    Ahi, fratello mio! Ahi, sorella!

    Non faranno il lamento per lui, dicendo:

    Ahi, signore! Ahi, maestà!

    Sarà sepolto come si seppellisce un asino,

    lo trascineranno e lo getteranno

    al di là delle porte di Gerusalemme».

    Sali sul Libano e grida

    e sul Basan alza la voce;

    grida dagli Abarim,

    perché tutti i tuoi amanti sono abbattuti.

    Ti parlai al tempo della tua tranquilla prosperità,

    ma tu dicesti: «Io non voglio ascoltare».

    Tale è stata la tua condotta fin dalla giovinezza:

    non hai ascoltato la mia voce.

    Tutti i tuoi pastori saranno pascolo del vento

    e i tuoi amanti andranno schiavi.

    Allora ti dovrai vergognare ed essere confusa,

    a causa di tutte le tue iniquità.

    Tu che dimori sul Libano,

    che ti sei fatta il nido tra i cedri,

    come gemerai quando ti coglieranno le doglie,

    dolori come di partoriente!

    «Per la mia vita – oracolo del Signore –

    anche se Conia figlio di Ioiakim, re di Giuda, fosse un anello da sigillo nella mia destra, io me lo strapperei. Ti metterò nelle mani di chi attenta alla tua vita, nelle mani di coloro che tu temi, nelle mani di Nabucodonosor re di Babilonia e nelle mani dei Caldei. Sbalzerò te e tua madre che ti ha generato in un paese dove non siete nati e là morirete. Ma nel paese in cui brameranno tornare, là non torneranno. è forse questo Conia un vaso spregevole, rotto, oppure un vaso che non piace più a nessuno? Perché sono dunque scacciati, egli e la sua discendenza, e gettati in un paese che non conoscono?».

    Terra, terra, terra! Ascolta la parola del Signore! Dice il Signore: «Registrate quest’uomo come uno senza figli, un uomo che non ha successo nella sua vita, perché nessuno della sua stirpe avrà la fortuna di sedere sul trono di Davide né di regnare ancora su Giuda».

  13. San Francesco, grata perche’ Tu già un volta hai ascoltato le mie preghiere, ti supplico di consolare nuovamente il mio cuore intercedendo presso Gesu’ e ottenendomi le grazie che ardentemente desidero.Grazie, sono certa che sarò esaurita.Amen…

  14. Dal libro del profeta Ezechiele 2, 8 – 3, 11. 16-21
    Vocazione di Ezechiele
    In quei giorni, mi fu rivolta questa parola del Signore: «Tu, figlio dell’uomo, ascolta ciò che ti dico e non esser ribelle come questa genìa di ribelli; apri la bocca e mangia ciò che io ti do». Io guardai ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto all’interno e all’esterno e vi erano scritti lamenti, pianti e guai.
    Mi disse: «Figlio dell’uomo, mangia ciò che hai davanti, mangia questo rotolo, poi va’ e parla alla casa d’Israele». Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, dicendomi: «Figlio dell’uomo, nutri il ventre e riempi le viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai e fu per la mia bocca dolce come il miele. Poi egli mi disse: «Figlio dell’uomo, va’, rècati dagli Israeliti e riferisci loro le mie parole, poiché io non ti mando a un popolo dal linguaggio astruso e di lingua barbara, ma agli Israeliti: non a grandi popoli dal linguaggio astruso e di lingua barbara, dei quali tu non comprendi le parole: se a loro ti avessi inviato, ti avrebbero ascoltato; ma gli Israeliti non vogliono ascoltar te, perché non vogliono ascoltar me: tutti gli Israeliti sono di dura cervice e di cuore ostinato. Ecco, io ti do una faccia tosta quanto la loro e una fronte dura quanto la loro fronte. Come diamante, più dura della selce ho reso la tua fronte. Non li temere, non impaurirti davanti a loro; sono una genìa di ribelli».
    Mi disse ancora: «Figlio dell’uomo, tutte le parole che ti dico accoglile nel cuore e ascoltale con gli orecchi: poi va’, rècati dai deportati, dai figli del tuo popolo, e parla loro. Dirai: Così dice il Signore, ascoltino o non ascoltino».
    Al termine di questi sette giorni mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, ti ho posto per sentinella alla casa d’Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia. Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato.
    Così, se il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l’iniquità, io porrò un inciampo davanti a lui ed egli morirà; poiché tu non l’avrai avvertito, morirà per il suo peccato e le opere giuste da lui compiute non saranno più ricordate; ma della morte di lui domanderò conto a te. Se tu invece avrai avvertito il giusto di non peccare ed egli non peccherà, egli vivrà, perché è stato avvertito e tu ti sarai salvato».

  15. Dal «Discorso sulle beatitudini» di san Leone Magno, papa
    (Disc. 95, 2-3; PL 54, 462)
    Beati i poveri in spirito
    Il valore dell’umiltà lo acquistano più facilmente i poveri che i ricchi. Infatti i poveri nella scarsità dei mezzi hanno per amica la mitezza. I ricchi nell’abbondanza hanno come loro familiare l’arroganza.
    Non si deve negare, tuttavia, che in molti ricchi si trovi quella disposizione a usare della propria abbondanza non per orgogliosa ostentazione, ma per opere di bontà. Essi considerano grande guadagno ciò che elargiscono a sollievo delle miserie e delle sofferenze altrui.
    Questa comunanza di virtuosi propositi si può riscontrare fra gli uomini di tutte le categorie. Molti effettivamente possono essere uguali nelle disposizioni interiori anche se rimangono differenti nella condizione economica. Ma non importa quanto differiscano nel possesso di sostanze terrene, quando si trovano accomunati nei valori spirituali.
    Beata quella povertà che non cade nel laccio teso dall’amore dei beni temporali, né brama di aumentare le sostanze del mondo, ma desidera ardentemente l’arricchimento dei tesori celesti.
    Un modello di questa povertà magnanima ce l’hanno offerto per primi gli apostoli, dopo il Signore. Essi lasciarono tutte le loro cose senza distinzione e, richiamati dalla voce del divino Maestro, da pescatori di pesci si sono rapidamente cambiati in pescatori di uomini (cfr. Mt 4, 19).
    Essi resero uguali a sé molti, quanti cioè imitarono la loro fede. Era quello il tempo in cui i primi figli della Chiesa erano «un cuor solo e un’anima sola» (At 4, 32). Separatisi da tutto ciò che possedevano, si arricchivano di beni eterni, attraverso una povertà squisitamente religiosa.
    Avevano imparato dalla predicazione apostolica la gioia di non aver nulla e di possedere tutto con Cristo. Per questo san Pietro apostolo quando all’ingresso del tempio fu richiesto dell’elemosina dallo zoppo disse: «Non possiedo né argento, né oro, ma quello che ho te lo do. Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina» (At 3, 6).
    Quale cosa vi può essere di più sublime di questa umiltà? Quale cosa più ricca di questa povertà? Non ha la garanzia del denaro, ma conferisce i doni della natura. Quell’uomo che la madre generò infermo dal suo seno, Pietro rese sano con la parola. E colui che non diede l’immagine di Cesare stampata sulla moneta, riformò l’immagine di Cristo nell’uomo. I benefici di questo tesoro non li sperimentò solo colui che acquistò la possibilità di camminare, ma anche quei cinquemila uomini che, dopo le esortazioni dell’Apostolo, credettero in virtù della guarigione miracolosa da lui operata (cfr. At 4, 4).
    Quel povero, che non aveva nulla da dare al questuante, diede tanta copia di grazia divina, che risanò un uomo nei suoi arti e guarì tante migliaia di uomini nei cuori. Restituì agili, sulla via di Cristo, coloro che aveva trovato zoppicare nella infedeltà giudaica.

  16. Dalle «Omelie sul vangelo di Matteo» di san Giovanni Crisostomo, vescovo (Om. 50, 3-4; PG 58, 508-509)

    Adorna il tempio, ma non trascurare i poveri
    Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra cioè nei poveri, privi di panni per coprirsi. Non onorarlo qui in chiesa con stoffe di seta, mentre fuori lo trascuri quando soffre per il freddo e la nudità. Colui che ha detto: «Questo è il mio corpo», confermando il fatto con la parola, ha detto anche: Mi avete visto affamato e non mi avete dato da mangiare (cfr. Mt 25, 42), e: Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno dei più piccoli tra questi, non l’avete fatto neppure a me (cfr. Mt 25, 45). Il corpo di Cristo che sta sull’altare non ha bisogno di mantelli, ma di anime pure; mentre quello che sta fuori ha bisogno di molta cura.
    Impariamo dunque a pensare e a onorare Cristo come egli vuole. Infatti l’onore più gradito che possiamo rendere a colui che vogliamo venerare è quello che lui stesso vuole, non quello escogitato da noi. Anche Pietro credeva di onorarlo impedendo a lui di lavargli i piedi. Questo non era onore, ma vera scortesia. Così anche tu rendigli quell’onore che egli ha comandato, fa’ che i poveri beneficino delle tue ricchezze. Dio non ha bisogno di vasi d’oro, ma di anime d’oro.
    Con questo non intendo certo proibirvi di fare doni alla chiesa. No. Ma vi scongiuro di elargire, con questi e prima di questi, l’elemosina. Dio infatti accetta i doni alla sua casa terrena, ma gradisce molto di più il soccorso dato ai poveri.
    Nel primo caso ne ricava vantaggio solo chi offre, nel secondo invece anche chi riceve. Là il dono potrebbe essere occasione di ostentazione; qui invece è elemosina e amore. Che vantaggio può avere Cristo se la mensa del sacrificio è piena di vasi d’oro, mentre poi muore di fame nella persona del povero? Prima sazia l’affamato, e solo in seguito orna l’altare con quello che rimane. Gli offrirai un calice d’oro e non gli darai un bicchiere d’acqua? Che bisogno c’è di adornare con veli d’oro il suo altare, se poi non gli offri il vestito necessario? Che guadagno ne ricava egli? Dimmi: se vedessi uno privo del cibo necessario e, senza curartene, adornassi d’oro solo la sua mensa, credi che ti ringrazierebbe o piuttosto non si infurierebbe contro di te? E se vedessi uno coperto di stracci e intirizzito dal freddo, trascurando di vestirlo, gli innalzassi colonne dorate, dicendo che lo fai in suo onore, non si riterrebbe forse di essere beffeggiato e insultato in modo atroce?
    Pensa la stessa cosa di Cristo, quando va errante e pellegrino, bisognoso di un tetto. Tu rifiuti di accoglierlo nel pellegrino e adorni invece il pavimento, le pareti, le colonne e i muri dell’edificio sacro. Attacchi catene d’argento alle lampade, ma non vai a visitarlo quando lui è incatenato in carcere. Dico questo non per vietarvi di procurare tali addobbi e arredi sacri, ma per esortarvi a offrire, insieme a questi, anche il necessario aiuto ai poveri, o, meglio, perché questo sia fatto prima di quello. Nessuno è mai stato condannato per non aver cooperato ad abbellire il tempio, ma chi trascura il povero è destinato alla geenna, al fuoco inestinguibile e al supplizio con i demoni. Perciò mentre adorni l’ambiente del culto, non chiudere il tuo cuore al fratello che soffre. Questi è un tempio vivo più prezioso di quello.

  17. Dal libro del profeta Isaia 9, 7 – 10, 4
    L’ira di Dio contro il regno d’Israele
    Una parola mandò il Signore contro Giacobbe, essa cadde su Israele.
    La conoscerà tutto il popolo
    gli Efraimiti e gli abitanti di Samaria,
    che dicevano nel loro orgoglio
    e nell’arroganza del loro cuore:
    «I mattoni sono caduti,
    ricostruiremo in pietra;
    i sicomori sono stati abbattuti,
    li sostituiremo con cedri».
    Il Signore suscitò contro questo popolo i suoi nemici,
    stimolò i suoi avversari:
    gli Aramei dall’oriente,
    da occidente i Filistei
    che divorano Israele a grandi morsi.
    Con tutto ciò non si calma la sua ira
    e ancora la sua mano rimane stesa.
    Il popolo non è tornato a chi lo percuoteva;
    non ha ricercato il Signore degli eserciti.
    Pertanto il Signore ha amputato
    a Israele capo e coda,
    palma e giunco in un giorno.
    L’anziano e i notabili sono il capo,
    il profeta, maestro di menzogna, è la coda.
    Le guide di questo popolo lo hanno fuorviato
    e i guidati si sono perduti.
    Perciò il Signore non avrà pietà dei suoi
    giovani, non si impietosirà degli orfani e delle vedove,
    perché tutti sono empi e perversi;
    ogni bocca proferisce parole stolte.
    Con tutto ciò non si calma la sua ira
    e ancora la sua mano rimane stesa.
    Brucia l’iniquità come fuoco
    che divora rovi e pruni,
    divampa nel folto della selva,
    da dove si sollevano colonne di fumo.
    Per l’ira del Signore brucia la terra
    e il popolo è come un’esca per il fuoco;
    nessuno ha pietà del proprio fratello.
    Dilania a destra, ma è ancora affamato,
    mangia a sinistra, ma senza saziarsi;
    ognuno mangia la carne del suo vicino.
    Manàsse contro Èfraim
    ed Èfraim contro Manàsse,
    tutti e due insieme contro Giuda.
    Con tutto ciò non si calma la sua ira
    e ancora la sua mano rimane stesa.
    Guai a coloro che fanno decreti iniqui
    e scrivono in fretta sentenze oppressive,
    per negare la giustizia ai miseri
    e per frodare del diritto i poveri del mio popolo,
    per fare delle vedove la loro preda
    e per spogliare gli orfani.
    Ma che farete nel giorno del castigo,
    quando da lontano sopraggiungerà la rovina?
    A chi ricorrerete per protezione?
    Dove lascerete la vostra ricchezza?
    Non vi resterà che piegarvi tra i prigionieri
    o cadere tra i morti.
    Con tutto ciò non si calma la sua ira
    e ancora la sua mano rimane stesa.

  18. Dal Vangelo secondo Giovanni

    Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
    Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

    Parola del Signore

  19. San Francesco di Paola ti prego con tutto il cuore fammi capire con Ledi intercedi presso Gesù e Maria stammi vicino grazie

  20. Ti prego mio caro San Francesco di Paola amo tantissimo Ledi ci tengo molto spero di riuscire a vivere con lei ❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤

  21. É un vero miracolo che sono scampata a uno stupro di gruppo organizzato proprio a casa mia con le messe nere. Mi parlavano in modo depravato, si sa le donne non vogliamo che questo; invece io voglio la loro condanna, spero di scovarli per portarli a un tribunale europeo, affinché si sappia cosa ordisce satana nei confronti delle donne. Gesú confido in Te.

  22. San Francesco in questo giorno di festa vengo ai tuoi piedi ti prego per mio figlio Francesco che porta il tuo nome santo .
    Ti prego per Ledi che amo tantissimo ❤

  23. Dolce San Francesco di Paola mi trovo oggi qui davanti a te con la candela accesa con la speranza che mi aiuterai ti prego per Ledi che porto nel cuore ❤

  24. Ti amo tantissimo San Francesco mio prezioso amico fratello padre ti chiedo di starmi vicino con la tua santità
    Io amo moltissimo Ledi. ..❤

  25. Mio Santo di tante preghiere di tante soste nella tua Chiesa ti amo tantissimo caro San Francesco di Paola. Ti prego di aiutarmi sai quanto amore mi lega a Ledi ti chiedo di starmi vicino…grazie…, ❤

  26. San Francesco di Paola mio carissimo Santo cui molto spesso visitavo ti amo tantissimo .Tu vedi leggi nel mio cuore sai quanto amo Ledi. …..❤

  27. San Francesco di Paola ti amo tantissimo. .ti prego intercedi presso Gesù e Maria per la mia vita. Sai quanto amo Ledi …..

  28. San Francesco di Paola ti prego ti amo aiutami tu nel rapporto con Ledi sai che amo moltissimo Aiutaci tu spero che tutto vada nel migliore dei modi

  29. San francesco ti chiedo un miracolo per i miei figli, fa che trovino una sistemazione lavorativa, solo cosi possono guardare al futuro, san francesco sin da piccola ti ho sempre pregato, abitavo vicino ad una chiesa dove c’era la tua statua e io ti ho sempre pregato san francesco ti prego esaudisci questo mio desiderio amen amen amen

  30. San francesco ti prego aiuta i miei figli un Lavoro che li rendili autonomi ti prego ascolta le mie preghiere ti prego grazie grazie grazie

  31. Ti amo San Francesco di Paola ti prego intercedi presso Gesù e Maria Vergine per l’Amore che mi lega a Ledi che amo molto ❤

  32. Ti prego tanto e ti amo molto San Francesco di Paola amo moltissimo Ledi❤aiutami tu vorrei spero di vivere con lei per sempre. L’amo veramente. ❤❤❤

  33. Ti prego solennemente fa’che la mia situazione familiare si sistemi con tanto amore,pace e serenita’ ,abbiamo costruito una bella famiglia ed è peccato distruggerla..aiutami ti prego in questo mio grande desiderio .San Francesco di Paola confido in te.amen

  34. Ti amo tanto San Francesco di Paola. Ti prego per il nostro amore bello ed importante Enzo e Ledi..intercedi presso Gesù e la Vergine Maria. ❤❤❤

  35. San Francesco di Paola ti amo.
    Ti prego per Ledi che amo tantissimo. Spero di poter vivere con lei. Che vada sempre nel migliore dei modi ❤

  36. Ti amo San Francesco di Paola .Ti prego per Ledi che amo tantissimo Spero tanto di poter essere sempre al suo fianco aiutaci tu ❤

  37. Ti amo tantissimo San Francesco di Paola .Ti prego per Ledi che amo moltissimo spero che tutto vada nel migliore dei modi ❤❤❤

  38. San francesco oggi ti chiedo un miracolo i miei figli anno bisogno di un miracolo, tu sai tutto san francesco, ti prego esaudisci le mie preghiere grazie grazie grazie

  39. San Francesco di Paola ti amo. Ti prego per Ledi che amo tantissimo Spero di poter condividere il resto dei miei giorni con lei ❤❤❤

  40. San Francesco di Paola ti amo.
    Ti prego per Ledi che amo tantissimo Spero di stare sempre assieme. Ti prego San Francesco di Paola. ❤

  41. San francesco ti affido i miei figli ti prego aiuta i miei figli fa che trovino lavoro e si realizzino, san francesco ti ho sempre stata vicino a te aiuta questa madre sola ad affrontare persone cattive, ti prego aiutaci a te mi affido amen amen amen

  42. Tre anni fa chiesi a te una Grazia…nel tuo santuario Benedetto . Ti prego accogli e concedimi quanto desidero. Gianni grazie

  43. X tutti i problemi che tu sai….sono al limite, confido e affido a Te Tutto, illuminaci a chi dobbiamo rivolgerci , grazie di cuore

  44. Caro San Francesco di Paola, ti prego di intercedere per me presso il Cuore di Gesù e di Maria perche’ possa comprendere la volontà di Dio su me e Michele. Io desidero accoglierlo come mio sposo. Se questa è la volontà di Dio, che si realizzi presto questo sogno

  45. Caro S Francesco ho bisogno della tua intercessione presso nostro Signore
    Fa che tutto si risolva bene x Mio Marito
    Tu conosci la nostra storia
    Ti prego di venire in nostro aiuto
    Grazie S Francesco

  46. O glorioso nostro protettore S. Francesco di Paola,
    che fin dal tempo in cui viveste in questa terra
    foste eletto da Dio ad essere strumento della sua bontà
    ed onnipotenza nell’operar prodigi a beneficio di quei cristiani
    che con viva fede ebber ricorso alle vostre preghiere;
    deh! volgete benigno lo sguardo ai devoti
    che implorano la vostra intercessione.
    Noi vi supplichiamo di aver pietà di noi
    ed ottenerci da Dio le grazie
    che meglio rispondono al bene spirituale dell’anima nostra.
    Per quell’ardore di carità che infiammò il vostro cuore,
    allontanate da noi tutto ciò che ci affligge.
    Fate o Padre Santo, che sopra di noi trionfi la divina Misericordia,
    la quale ci consoli con salutare liberazione, e con rassegnata pazienza;
    e così l’una e l’altra ci serva di felice preludio
    alla gloria eterna del Paradiso.
    Amen

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