San Paolo

San Paolo apostolo

Scritture di SAN PAOLO

San Paolo apostolo

Quando mi sento più debole, è allora che sono più forte.
San Paolo apostolo (Saulo di Tarso)

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità,
niente mi giova.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine.
Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà
e la scienza svanirà…
Queste dunque le tre cose che rimangono:
la fede, la speranza e la carità;
ma di tutte più grande è la carità!
San Paolo apostolo (Saulo di Tarso)


candela

11 Commenti su “San Paolo”

  1. San Paolo Apostolo aiutaci nelle nostro difficoltà in modo da poter essere caritatevoli verso i bisognosi.

    Sia lode e Gloria a Gesù, Giuseppe e Maria ora e sempre!
    Amen!

  2. San Paolo “Apostolo delle genti” tu che hai detto :Quando mi sento debole è allora che sono forte! Ti affido l ‘anima della mia mamma Angela che non è più su questa terra e prega per me che mi sento solo e “debole” per aver perso la persona che mi confidavo di più, aiutami a sentirmi “forte” come esortavi Tu nelle tue lettere scritte nel vangelo. Amen!

  3. Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate
    (Disc. 5 su argomenti vari, 1-4; Opera omnia, ed. Cisterc. 6, 1[1970] 98-103)
    *Io starò al mio posto di guardia
    per sentire ciò che mi dirà il Signore*
    Leggiamo nel vangelo che, mentre il Signore predicava e invitava i suoi discepoli a partecipare alla sua passione nel sacramento conviviale del suo corpo, alcuni dissero: Questo linguaggio è duro, e da quel momento non andarono più con lui. I discepoli, invece, interrogati se volessero andarsene anche loro risposero: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6, 68).
    Così vi dico, fratelli: Fino ad oggi ci sono persone per le quali è chiaro che le parole di Gesù sono spirito e vita e perciò lo seguono. Ad altri invece paiono dure e cercano altrove ben magre consolazioni. La Sapienza fa sentire la sua voce sulle piazze, vale a dire ammonisce quelli che camminano per la via larga e spaziosa che conduce alla morte, per richiamare indietro quanti vi camminano.
    Essa grida: «Per quarant’anni mi disgustai di quella generazione e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato» (Sal 94, 10). In un altro salmo trovi: Il Signore ha parlato una sola volta (cfr. Sal 61, 12). Certo, una sola volta, perché parla sempre. Infatti unico e non interrotto, ma continuo e senza fine è il suo parlare.
    Invita i peccatori a rientrare in sé, li rimprovera per lo sbandamento del cuore, perché ivi egli abita ed ivi parla, eseguendo di persona l’invito rivolto attraverso il profeta: «Parlate al cuore di Gerusalemme» (Is 40, 2).
    Vedete, fratelli, quanto salutarmente ci ammonisca il profeta perché, se oggi udiamo la sua voce non induriamo i nostri cuori. Sono press’a poco le medesime parole che si leggono nel vangelo. Il Signore infatti dice: «Le mie pecore ascoltano la mia voce» (Gv 10, 27). Vi fa eco il detto del santo Davide: «Popolo del suo pascolo (senza dubbio quello del Signore) e gregge che egli conduce. Ascoltate oggi la sua voce: non indurite il cuore» (Sal 94, 7-8).
    Ascoltate infine il profeta Abacuc. Egli non nasconde il rimprovero del Signore, anzi lo trasmette con fedeltà e zelo. Dice infatti: Mi metterò di sentinella, in piedi nella fortezza, a spiare, per vedere che cosa mi dirà e che cosa debba rispondere ai rimproveri che il Signore mi fa (cfr. Ab 2, 1).
    Anche noi dunque, fratelli, stiamo al nostro posto di guardia, perché è tempo di combattimento.
    Rientriamo in noi stessi, esaminiamo il nostro cuore, dove abita Cristo, comportiamoci con saggezza e giudizio. Però la nostra fiducia non risiede in noi stessi. Poggerebbe infatti su un fondamento troppo debole.

  4. Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
    Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
    Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
    Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
    Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
    Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

    Parola del Signore

  5. Adesso sono proprio debole…siamo proprio in balia di tt le brutture che ci stanno capitando. Oggi la tua festa! Volgi a noi il tuo sguardo…sai cosa chiedo. Forse è troppo…ma fateci sentire la presenza di qualcuno in alto..e allora che tt sia semplice. Per me un miracolo d’amore.

  6. Ti supplico per la conversione del cuore della persona che ha spezzato il mio. Almeno che si renda conto di come mi ha trattato.

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