Santa Rosalia

Santa Rosalia

PREGHIERA A S.ROSALIA PER LIBERARCI DAI FLAGELLI DELL’IRA DIVINA

 

O cara verginella Rosalia,che con la
vostra speciale intercessione liberaste
tante volte la nostra patria dai tremendi
flagelli dell’ira divina, deh! intercedete
oggi per noi presso il Dio delle misericordie,
acciocchè non voglia riguardare
alla enormità dei nostri peccati per 
punirci,ma cì accordi invece tempo
alla penitenza.Le vostre reliquie
che sono in mezzo,cì assicurino della vostra
protezione e cì ottengano da Dio
la grazia di glorificarlo insieme con voi
nel cielo per tutti i secoli dei secoli.
Così sia.

Palermo,21 febbraio 1885.
(Preghiera tratta da un santino d’epoca).

Santa Rosalia
Santa Rosalia

PREGHIERA A SANTA ROSALIA

 

O Santa Rosalia, fulgidissima gemma di verginale santità ;
della nostra Città di Palermo,
a Tè con fiducia
rivolgiamo la nostra preghiera.
Tu, che ti ritirasti
nella solitudine di Monte Pellegrino,
non per evadere dalla città,
ma per vegliare su di essa
con la preghiera e con la penitenza,
e liberarla, così, dalla peste di ogni male,
aiutaci a liberarci dal peccato,
radice di tutti i mali sociali,
e a orientare la nostra vita a Dio,
fonte di ogni serenità.
Tu, che fosti sempre fedele
alla grazia e agli impegni del Battesimo,
aiutaci a divenire sempre più consapevoli
di questo primo sacramento della fede,
che ci ha resi figli adottivi di Dio
inserendoci in Gesù Cristo
con il dono dello Spirito Santo,
e a yiverlo con fedeltà e coerenza
per essere “sale della terra e luce del mondo”,
fermento evangelico di rinnovamento
religioso, morale e sociale
nel nostro territorio.
Rendi salda la nostra fede,
perché la professiamo apertamente
e la difendiamo con coraggio,
senza mai vergognarci del Vangelo
e la traduciamo ogni giorno nella nostra vita.
Rendi viva la nostra speranza,
fondata sulle promesse
di Colui che non delude
ed è accanto a noi
soprattutto nell’ora del dolore e della prova.
Rendi operosa la nostra carità,
che è l’amore stesso di Dio
riversato nei nostri cuori,
perché sappiamo vederlo, amarlo e servirlo
in tutti gli uomini,
ma specialmente nei più piccoli,
nei poveri, negli ammalati e negli emarginati.
Guidati dalla Vergine Maria,
accompagnaci nel cammino della vita cristiana,
che da Cristo e con Cristo
per mezzo dello Spirito
ci conduce al Padre,
per costruire incessantemente il suo Regno
nella verità e nella vita,
nella santità e nella grazia,
nella giustizia, nell’amore e nella pace.
Amen.

Salvatore Card. De Giorgi
Arcivescovo Emerito di Palermo

candela

42 Commenti su “Santa Rosalia”

  1. Per la città di Palermo e per tutte le città di Italia e del mondo : Amatissima Vergine Rosalia, affido alla tua intercessione la nostra città è tutte le città del mondo perché siano liberati da questa peste che segna i corpi e indebolisce gli animi e, con la tua preghiera, tu ci ottengada Dio là salute del corpo e dello spirito, il coraggio e la fiducia. Così sia. Per le persone deboli e ammalate:Amatissima Vergine Rosalia, affido la tua intercessione tutti gli ammalati, tutti coloro che sono contagiati dal corona virus perché, attraverso la nostra preghiera sostenuta dalla tua intercessione, sentano la carezza di Cristo, che è medico e fratello nel dolore. Amen

  2. Santa Rosalia ti affido le anime a suffragio di mamma Angela e nonno Francesco. Santa Rosalia era figlia di un duca quindi era di una famiglia di origini nobili ma ricevendo anche una forte formazione cristiana e un ‘ottima educazione. Un giorno suo padre viene salvato dal conte Baldovino, che uccide un leone che lo sta aggredendo, e decide di ricompensare il suo salvatore volendo dare la figlia in sposa. Il giorno in cui Rosalia dovrebbe incontrare il suo pretendente davanti allo specchio vede apparire Gesù in croce coronato di spine e il volto sporco di sangue, la giovane allora abbandona il lusso e le ricchezze e si dà a una vita contemplativa. Salmi cap. 48 versetto 17-18. Il culto di Santa Rosalia nasce alcuni secoli dopo la sua morte a partire dal 1624 in occasione di un ‘epidemia di peste a Palermo:la leggenda vuole che il propagarsi dell’ epidemia sia stato impedito proprio dalle reliquie di Santa Rosalia portate in solenne processione.

  3. Is 55,1-11
    Venite all’acqua: ascoltate e vivrete.

    Dal libro del profeta Isaìa

    Così dice il Signore:
    «O voi tutti assetati, venite all’acqua,
    voi che non avete denaro, venite;
    comprate e mangiate; venite, comprate
    senza denaro, senza pagare, vino e latte.
    Perché spendete denaro per ciò che non è pane,
    il vostro guadagno per ciò che non sazia?
    Su, ascoltatemi e mangerete cose buone
    e gusterete cibi succulenti.
    Porgete l’orecchio e venite a me,
    ascoltate e vivrete.
    Io stabilirò per voi un’alleanza eterna,
    i favori assicurati a Davide.
    Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli,
    principe e sovrano sulle nazioni.
    Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi;
    accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano
    a causa del Signore, tuo Dio,
    del Santo d’Israele, che ti onora.
    Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
    invocatelo, mentre è vicino.
    L’empio abbandoni la sua via
    e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
    ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
    e al nostro Dio che largamente perdona.
    Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
    le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
    Quanto il cielo sovrasta la terra,
    tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
    i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
    Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo
    e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
    senza averla fecondata e fatta germogliare,
    perché dia il seme a chi semina
    e il pane a chi mangia,
    così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
    non ritornerà a me senza effetto,
    senza aver operato ciò che desidero
    e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

    Parola di Dio

    Salmo responsoriale

    Da Is 12

    Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.
    Ecco, Dio è la mia salvezza;
    io avrò fiducia, non avrò timore,
    perché mia forza e mio canto è il Signore;
    egli è stato la mia salvezza.

    Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
    proclamate fra i popoli le sue opere,
    fate ricordare che il suo nome è sublime.

    Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
    le conosca tutta la terra.
    Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
    perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

    Seconda lettura

    1Gv 5,1-9
    Lo Spirito, l’acqua e il sangue.

    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

    Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
    E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi. Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio.

    Parola di Dio

    Canto al Vangelo

    (Gv 1,29)
    Alleluia, alleluia.
    Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse:
    «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!».
    Alleluia.

    Vangelo

    Mc 1,7-11
    Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento.

    Dal Vangelo secondo Marco

    In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
    Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

    Parola del Signore

  4. 1Gv 2,18-21
    Avete ricevuto l’unzione dal Santo e tutti avete la conoscenza.

    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

    Figlioli, è giunta l’ultima ora. Come avete sentito dire che l’anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l’ultima ora.
    Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri.
    Ora voi avete ricevuto l’unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità.

    Parola di Dio

    Salmo responsoriale

    Sal 95

    Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
    Cantate al Signore un canto nuovo,
    cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
    Cantate al Signore, benedite il suo nome,
    annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.

    Gioiscano i cieli, esulti la terra,
    risuoni il mare e quanto racchiude;
    sia in festa la campagna e quanto contiene,
    acclamino tutti gli alberi della foresta.

    Davanti al Signore che viene:
    sì, egli viene a giudicare la terra;
    giudicherà il mondo con giustizia
    e nella sua fedeltà i popoli.

    Canto al Vangelo

    (Gv 1,14.12)
    Alleluia, alleluia.
    Il Verbo si fece carne
    e venne ad abitare in mezzo a noi.
    A quanti lo hanno accolto
    ha dato il potere di diventare figli di Dio.
    Alleluia.

    Vangelo

    Gv 1,1-18
    Il Verbo si fece carne.

    Dal Vangelo secondo Giovanni

    In principio era il Verbo,
    e il Verbo era presso Dio
    e il Verbo era Dio.
    Egli era, in principio, presso Dio:
    tutto è stato fatto per mezzo di lui
    e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
    In lui era la vita
    e la vita era la luce degli uomini;
    la luce splende nelle tenebre
    e le tenebre non l’hanno vinta.
    Venne un uomo mandato da Dio:
    il suo nome era Giovanni.
    Egli venne come testimone
    per dare testimonianza alla luce,
    perché tutti credessero per mezzo di lui.
    Non era lui la luce,
    ma doveva dare testimonianza alla luce.
    Veniva nel mondo la luce vera,
    quella che illumina ogni uomo.
    Era nel mondo
    e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
    eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
    Venne fra i suoi,
    e i suoi non lo hanno accolto.
    A quanti però lo hanno accolto
    ha dato potere di diventare figli di Dio:
    a quelli che credono nel suo nome,
    i quali, non da sangue
    né da volere di carne
    né da volere di uomo,
    ma da Dio sono stati generati.
    E il Verbo si fece carne
    e venne ad abitare in mezzo a noi;
    e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
    gloria come del Figlio unigenito
    che viene dal Padre,
    pieno di grazia e di verità.
    Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
    «Era di lui che io dissi:
    Colui che viene dopo di me
    è avanti a me,
    perché era prima di me».
    Dalla sua pienezza
    noi tutti abbiamo ricevuto:
    grazia su grazia.
    Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
    la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
    Dio, nessuno lo ha mai visto:
    il Figlio unigenito, che è Dio
    ed è nel seno del Padre,
    è lui che lo ha rivelato.

    Parola del Signore

  5. 1Gv 1,5-2,2
    Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.

    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

    Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
    Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
    Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

    Parola di Dio

    Salmo responsoriale

    Sal 123

    Chi dona la sua vita risorge nel Signore.
    Se il Signore non fosse stato per noi,
    quando eravamo assaliti,
    allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
    quando divampò contro di noi la loro collera.

    Allora le acque ci avrebbero travolti,
    un torrente ci avrebbe sommersi;
    allora ci avrebbero sommersi
    acque impetuose.

    Siamo stati liberati come un passero
    dal laccio dei cacciatori.
    Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
    egli ha fatto cielo e terra.

    Canto al Vangelo

    ()
    Alleluia, alleluia.
    Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore;
    ti acclama la candida schiera dei martiri.
    Alleluia.

    Vangelo

    Mt 2,13-18
    Erode mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme.

    Dal Vangelo secondo Matteo

    I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
    Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
    «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
    Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi.
    Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
    «Un grido è stato udito in Rama,
    un pianto e un lamento grande:
    Rachele piange i suoi figli
    e non vuole essere consolata,
    perché non sono più».

    Parola del Signore

  6. Is 41,13-20
    Io sono il tuo redentore, il Santo d’Israele.

    Dal libro del profeta Isaìa

    Io sono il Signore, tuo Dio,
    che ti tengo per la destra
    e ti dico: «Non temere, io ti vengo in aiuto».
    Non temere, vermiciattolo di Giacobbe,
    larva d’Israele;
    io vengo in tuo aiuto – oràcolo del Signore –,
    tuo redentore è il Santo d’Israele.
    Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata, nuova,
    munita di molte punte;
    tu trebbierai i monti e li stritolerai,
    ridurrai i colli in pula.
    Li vaglierai e il vento li porterà via,
    il turbine li disperderà.
    Tu, invece, gioirai nel Signore,
    ti vanterai del Santo d’Israele.
    I miseri e i poveri cercano acqua ma non c’è;
    la loro lingua è riarsa per la sete.
    Io, il Signore, risponderò loro,
    io, Dio d’Israele, non li abbandonerò.
    Farò scaturire fiumi su brulle colline,
    fontane in mezzo alle valli;
    cambierò il deserto in un lago d’acqua,
    la terra arida in zona di sorgenti.
    Nel deserto pianterò cedri,
    acacie, mirti e ulivi;
    nella steppa porrò cipressi,
    olmi e abeti;
    perché vedano e sappiano,
    considerino e comprendano a un tempo
    che questo ha fatto la mano del Signore,
    lo ha creato il Santo d’Israele.

    Parola di Dio

    Salmo responsoriale

    Sal 144

    Il Signore è misericordioso e grande nell’amore.
    O Dio, mio re, voglio esaltarti
    e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
    Buono è il Signore verso tutti,
    la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

    Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
    e ti benedicano i tuoi fedeli.
    Dicano la gloria del tuo regno
    e parlino della tua potenza.

    Facciano conoscere agli uomini le tue imprese
    e la splendida gloria del tuo regno.
    Il tuo regno è un regno eterno,
    il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

    Canto al Vangelo

    (Is 45,8)
    Alleluia, alleluia.
    Stillate, cieli, dall’alto
    e le nubi facciano piovere il Giusto;
    si apra la terra
    e germogli il Salvatore.
    Alleluia.

    Vangelo

    Mt 11,11-15
    Non ci fu uomo più grande di Giovanni Battista.

    Dal Vangelo secondo Matteo

    In quel tempo, Gesù disse alle folle:
    «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
    Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
    Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire.
    Chi ha orecchi, ascolti!».

    Parola del Signore

  7. Is 30,19-21.23-26
    A un tuo grido di supplica il Signore ti farà grazia.

    Dal libro del profeta Isaìa

    Popolo di Sion, che abiti a Gerusalemme,
    tu non dovrai più piangere.
    A un tuo grido di supplica [il Signore] ti farà grazia;
    appena udrà, ti darà risposta.
    Anche se il Signore ti darà il pane dell’afflizione
    e l’acqua della tribolazione,
    non si terrà più nascosto il tuo maestro;
    i tuoi occhi vedranno il tuo maestro,
    i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te:
    «Questa è la strada, percorretela»,
    caso mai andiate a destra o a sinistra.
    Allora egli concederà la pioggia per il seme
    che avrai seminato nel terreno,
    e anche il pane, prodotto della terra, sarà abbondante e sostanzioso;
    in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su un vasto prato.
    I buoi e gli asini che lavorano la terra
    mangeranno biada saporita,
    ventilata con la pala e con il vaglio.
    Su ogni monte e su ogni colle elevato
    scorreranno canali e torrenti d’acqua
    nel giorno della grande strage,
    quando cadranno le torri.
    La luce della luna sarà come la luce del sole
    e la luce del sole sarà sette volte di più,
    come la luce di sette giorni,
    quando il Signore curerà la piaga del suo popolo
    e guarirà le lividure prodotte dalle sue percosse.

    Parola di Dio

    Salmo responsoriale

    Sal 146

    Beati coloro che aspettano il Signore.
    È bello cantare inni al nostro Dio,
    è dolce innalzare la lode.
    Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
    raduna i dispersi d’Israele.

    Risana i cuori affranti
    e fascia le loro ferite.
    Egli conta il numero delle stelle
    e chiama ciascuna per nome.

    Grande è il Signore nostro,
    grande nella sua potenza;
    la sua sapienza non si può calcolare.
    Il Signore sostiene i poveri,
    ma abbassa fino a terra i malvagi.

    Canto al Vangelo

    (Is 33,22)
    Alleluia, alleluia.
    Il Signore è nostro giudice,
    nostro legislatore, nostro re:
    egli ci salverà.
    Alleluia.

    Vangelo

    Mt 9,35-10,1.6-8
    Vedendo le folle, ne sentì compassione.

    Dal Vangelo secondo Matteo

    In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
    Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
    Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
    E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

    Parola del Signore

  8. Is 25,6-10a
    Il Signore invita tutti al suo banchetto e asciuga le lacrime su ogni volto.

    Dal libro del profeta Isaìa

    In quel giorno,
    preparerà il Signore degli eserciti
    per tutti i popoli, su questo monte,
    un banchetto di grasse vivande,
    un banchetto di vini eccellenti,
    di cibi succulenti, di vini raffinati.
    Egli strapperà su questo monte
    il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
    e la coltre distesa su tutte le nazioni.
    Eliminerà la morte per sempre.
    Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto,
    l’ignominia del suo popolo
    farà scomparire da tutta la terra,
    poiché il Signore ha parlato.
    E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio;
    in lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
    Questi è il Signore in cui abbiamo sperato;
    rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza,
    poiché la mano del Signore si poserà su questo monte».

    Parola di Dio

    Salmo responsoriale

    Salmo 22

    Abiterò nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita.
    Il Signore è il mio pastore:
    non manco di nulla.
    Su pascoli erbosi mi fa riposare,
    ad acque tranquille mi conduce.
    Rinfranca l’anima mia.

    Mi guida per il giusto cammino
    a motivo del suo nome.
    Anche se vado per una valle oscura,
    non temo alcun male, perché tu sei con me.
    Il tuo bastone e il tuo vincastro
    mi danno sicurezza.

    Davanti a me tu prepari una mensa
    sotto gli occhi dei miei nemici.
    Ungi di olio il mio capo;
    il mio calice trabocca.

    Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
    tutti i giorni della mia vita,
    abiterò ancora nella casa del Signore
    per lunghi giorni.

    Canto al Vangelo

    ()
    Alleluia, alleluia.
    Ecco, viene il Signore a salvare il suo popolo:
    beati coloro che sono preparati all’incontro.
    Alleluia.

    Vangelo

    Mt 15,29-37
    Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.

    Dal Vangelo secondo Matteo

    In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.
    Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
    Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
    Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

    Parola del Signore

  9. Is 63,16-17.19; 64,2-7
    Se tu squarciassi i cieli e scendessi!

    Dal libro del profeta Isaìa

    Tu, Signore, sei nostro padre,
    da sempre ti chiami nostro redentore.
    Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie
    e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema?
    Ritorna per amore dei tuoi servi,
    per amore delle tribù, tua eredità.
    Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
    Davanti a te sussulterebbero i monti.
    Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo,
    tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti.
    Mai si udì parlare da tempi lontani,
    orecchio non ha sentito,
    occhio non ha visto
    che un Dio, fuori di te,
    abbia fatto tanto per chi confida in lui.
    Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia
    e si ricordano delle tue vie.
    Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato
    contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.
    Siamo divenuti tutti come una cosa impura,
    e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia;
    tutti siamo avvizziti come foglie,
    le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento.
    Nessuno invocava il tuo nome,
    nessuno si risvegliava per stringersi a te;
    perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto,
    ci avevi messo in balìa della nostra iniquità.
    Ma, Signore, tu sei nostro padre;
    noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,
    tutti noi siamo opera delle tue mani.

    Parola di Dio

    Salmo responsoriale

    Sal 79

    Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
    Tu, pastore d’Israele, ascolta,
    seduto sui cherubini, risplendi.
    Risveglia la tua potenza
    e vieni a salvarci.

    Dio degli eserciti, ritorna!
    Guarda dal cielo e vedi
    e visita questa vigna,
    proteggi quello che la tua destra ha piantato,
    il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

    Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
    sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
    Da te mai più ci allontaneremo,
    facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

    Seconda lettura

    1Cor 1,3-9
    Aspettiamo la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.

    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

    Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!
    Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza.
    La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!

    Parola di Dio

    Canto al Vangelo

    (Sal 84,8)
    Alleluia, alleluia.
    Mostraci, Signore, la tua misericordia
    e donaci la tua salvezza.
    Alleluia.

    Vangelo

    Mc 13,33-37
    Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.

    Dal Vangelo secondo Marco

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
    Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
    Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

    Parola del Signore

  10. Ez 34,11-12.15-17
    Voi siete mio gregge, io giudicherò tra pecora e pecora.

    Dal libro del profeta Ezechièle

    Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
    Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
    A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.

    Parola di Dio

    Salmo responsoriale

    Sal 22

    Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
    Il Signore è il mio pastore:
    non manco di nulla.
    Su pascoli erbosi mi fa riposare.
    Ad acque tranquille mi conduce.

    Rinfranca l’anima mia,
    mi guida per il giusto cammino
    a motivo del suo nome.

    Davanti a me tu prepari una mensa
    sotto gli occhi dei miei nemici.
    Ungi di olio il mio capo;
    il mio calice trabocca.

    Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
    tutti i giorni della mia vita,
    abiterò ancora nella casa del Signore
    per lunghi giorni.

    Seconda lettura

    1Cor 15,20-26.28
    Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti.

    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

    Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
    Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
    È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
    E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

    Parola di Dio

    Canto al Vangelo

    (Mc 11,9.10)
    Alleluia, alleluia.
    Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
    Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
    Alleluia.

    Vangelo

    Mt 25,31-46
    Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.

    Dal Vangelo secondo Matteo

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
    Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
    Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
    Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
    Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
    E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

    Parola del Signore

  11. Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
    Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
    Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

    Parola del Signore

  12. Dal Vangelo secondo Matteo

    In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
    Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

    Parola del Signore

  13. A chi cammina per la retta via, mostrerò la salvezza di Dio.
    Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
    i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.
    Non prenderò vitelli dalla tua casa
    né capri dai tuoi ovili.

    «Perché vai ripetendo i miei decreti
    e hai sempre in bocca la mia alleanza,
    tu che hai in odio la disciplina
    e le mie parole ti getti alle spalle?

    Hai fatto questo e io dovrei tacere?
    Forse credevi che io fossi come te!
    Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.
    Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora;
    a chi cammina per la retta via
    mostrerò la salvezza di Dio».

  14. Dai «Discorsi» di sant’Anastasio, vescovo di Antiochia
    (Disc. 4, 1-2; PG 89, 1347-1349)
    Cristo doveva patire e così entrare nella sua gloria
    Cristo, dopo aver mostrato con l’insegnamento e con le sue opere di essere il vero Dio e il Signore dell’universo, mentre stava per recarsi a Gerusalemme diceva ai suoi discepoli: Ecco stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo verrà dato in mano ai pagani, ai sommi sacerdoti e agli scribi per esser flagellato, vilipeso e crocifisso (cfr. Mt 20, 18-19). Diceva che queste cose erano conformi alle predizioni dei profeti, i quali avevano preannunziato la sua morte, che doveva avvenire in Gerusalemme. Avendo pertanto la Sacra Scrittura predetto fin dal principio la morte di Cristo e la sua passione prima della morte, predice ancora ciò che accadde al suo corpo dopo la morte. Afferma però anche che, come Dio, era impassibile e immortale.
    Osservando la verità dell’incarnazione, ne deduciamo i motivi per proclamare rettamente e giustamente l’una e l’altra cosa, cioè la passione e l’impassibilità. Il motivo per cui il Verbo di Dio, impassibile in se stesso, sostenne la passione era che l’uomo non poteva essere salvato in altro modo. Egli lo sapeva bene e con lui anche coloro ai quali volle manifestarlo. Il Verbo, infatti, conosce tutto del Padre, come lo «Spirito ne scruta le profondità» (1 Cor 2, 10) cioè i misteri impenetrabili.
    Era davvero necessario che Cristo soffrisse, e non poteva non farlo, come egli stesso affermò. Per questo chiamò stolti e tardi di mente quanti ignoravano che Cristo doveva in tal modo soffrire ed entrare nella sua gloria. Egli venne per la salvezza del suo popolo. Per lui si privò, in un certo senso, di quella gloria che possedeva presso il Padre prima che il mondo fosse. La salvezza era l’evento che doveva maturare attraverso la passione dell’autore della vita. Lo insegna san Paolo: Egli è l’autore della vita, reso perfetto mediante le sofferenze (cfr. Eb 2, 10). La gloria di Unigenito, poi, che egli aveva abbandonato per noi, gli venne restituita per mezzo della croce, nella carne che aveva assunta. Dice infatti san Giovanni nel suo vangelo, quando spiega quale fosse l’acqua di cui parlò il Salvatore: Scorrerà come fiume dal seno di chi crede. Questo disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c’era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato (Gv 7, 38-39), e chiama gloria la morte in croce. Perciò il Signore, mentre innalzava preghiere prima di subire la croce, supplicava il Padre di essere glorificato con quella gloria che aveva presso di lui, prima che il mondo esistesse.

  15. Dalla lettera agli Ebrei 10, 19-39
    Perseveranza nella fede. Attesa del giudizio
    Avendo, fratelli, piena fiducia di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne; avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero in pienezza di fede, con il cuore purificato dalla cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso.
    Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone, non disertando le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che potete vedere come il giorno si avvicina.
    Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la piena conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la vampa di un fuoco pronto a divorare i ribelli. Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni (Dt 17, 6). Pensate quanto maggiore sarà il castigo di cui sarà ritenuto meritevole chi avrà calpestato il Figlio di Dio e considerato profano quel sangue dell’alleanza dal quale è stato un giorno santificato e avrà disprezzato lo Spirito della grazia! Conosciamo infatti colui che ha detto: A me la vendetta! Io darò la retribuzione! (Dt 32, 35). E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo (Dt 32, 36). È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!
    Richiamate alla memoria quei primi giorni nei quali, dopo essere stati illuminati, avete dovuto sopportare una grande e penosa lotta, ora esposti pubblicamente a insulti e tribolazioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di esser spogliati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e più duraturi. Non abbandonate dunque la vostra fiducia, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di costanza, perché dopo aver fatto la volontà di Dio possiate raggiungere la promessa.
    Ancora un poco, infatti, un poco appena,
    e colui che deve venire, verrà e non tarderà.
    Il mio giusto vivrà mediante la fede;
    ma se indietreggia,
    la mia anima non si compiace in lui (Ab 2, 3. 4).
    Noi però non siamo di quelli che indietreggiano a loro perdizione, bensì uomini di fede per la salvezza della nostra anima.

  16. Dalla lettera agli Ebrei 2, 5-18
    *Gesù, il Salvatore,
    si è fatto in tutto simile ai suoi fratelli*
    Non certo a degli angeli Dio ha assoggettato il mondo futuro, del quale parliamo. Anzi, qualcuno in un passo ha testimoniato:
    Che cos’è l’uomo perché ti ricordi di lui
    o il figlio dell’uomo perché tu te ne curi?
    Di poco l’hai fatto inferiore agli angeli,
    di gloria e di onore l’hai coronato
    e hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi (Sal 8, 5-7).
    Avendogli assoggettato ogni cosa, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Tuttavia al presente non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. Però quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli (cfr. Fil 2, 7-9), lo vediamo ora coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli sperimentasse la morte a vantaggio di tutti.
    Ed era ben giusto che colui, per il quale e dal quale sono tutte le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto mediante la sofferenza il capo che li guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da uno solo; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo:
    Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
    in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi (Sal 21, 23);
    e ancora:
    Io metterò la mia fiducia in lui (Is 8, 17; Sal 17, 3)
    e inoltre:
    Eccoci, io e i figli che Dio mi ha dato (Is 8, 18).
    Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch’egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano tenuti in schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura (cfr. Is 41, 8. 9). Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

  17. Santa Rosalia intercedi per tutti noi
    aiuta I malati, proteggi tutti e
    fa che termini questa epidemia.
    Ti preghiamo con fede e riconoscenza.
    Amen

  18. Dal libro del profeta Malachìa

    Così dice il Signore:
    «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
    Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani.
    Ecco, io invierò il profeta Elìa prima che giunga
    il giorno grande e terribile del Signore:
    egli convertirà il cuore dei padri verso i figli
    e il cuore dei figli verso i padri,
    perché io, venendo,
    non colpisca
    la terra con lo sterminio».

    Parola di Dio

  19. Dal Vangelo secondo Matteo

    In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».
    Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
    Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
    Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.

    Parola del Signore

  20. Dal libro del profeta Isaìa

    In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda:
    «Abbiamo una città forte;
    mura e bastioni egli ha posto a salvezza.
    Aprite le porte:
    entri una nazione giusta,
    che si mantiene fedele.
    La sua volontà è salda;
    tu le assicurerai la pace,
    pace perché in te confida.
    Confidate nel Signore sempre,
    perché il Signore è una roccia eterna,
    perché egli ha abbattuto
    coloro che abitavano in alto,
    ha rovesciato la città eccelsa,
    l’ha rovesciata fino a terra,
    l’ha rasa al suolo.
    I piedi la calpestano:
    sono i piedi degli oppressi,
    i passi dei poveri».

    Parola di Dio

  21. Dalla seconda lettera di san Pietro, apostolo 2, 9-22
    Denuncia dei peccati
    Carissimi, il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo nel giorno del giudizio, soprattutto coloro che nelle loro impure passioni vanno dietro alla carne e disprezzano il Signore.
    Temerari, arroganti, non temono d’insultare gli esseri gloriosi decaduti, mentre gli angeli, a loro superiori per forza e potenza, non portano contro di essi alcun giudizio offensivo davanti al Signore. Ma costoro, come animali irragionevoli nati per natura a essere presi e distrutti, mentre bestemmiano quel che ignorano, saranno distrutti nella loro corruzione, subendo il castigo come salario dell’iniquità. Essi stimano felicità il piacere d’un giorno; sono tutta sporcizia e vergogna; si dilettano dei loro inganni mentre fan festa con voi; han gli occhi pieni di disonesti desideri e sono insaziabili di peccato, adescano le anime instabili, hanno il cuore rotto alla cupidigia, figli di maledizione! Abbandonata la retta via, si sono smarriti seguendo la via di Balaam di Bosor che amò un salario di iniquità, ma fu ripreso per la sua malvagità: un muto giumento, parlando con voce umana, impedì la demenza del profeta. Costoro sono come fonti senz’acqua e come nuvole sospinte dal vento: a loro è riserbata l’oscurità delle tenebre. Con discorsi gonfiati e vani adescano mediante le licenziose passioni della carne coloro che si erano appena allontanati da quelli che vivono nell’errore. Promettono loro libertà, ma essi stessi sono schiavi della corruzione. Perché uno è schiavo di ciò che l’ha vinto.
    Se infatti dopo aver fuggito le corruzioni del mondo per mezzo della conoscenza del Signore e salvatore Gesù Cristo, ne rimangono di nuovo invischiati e vinti, la loro ultima condizione è divenuta peggiore della prima. Meglio sarebbe stato per loro non aver conosciuto la via della giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo precetto che era stato loro dato. Si è verificato per essi il proverbio:
    Il cane è tornato al suo vomito (Pro 26, 11)
    e la scrofa lavata è tornata ad avvoltolarsi nel brago.

  22. Dal Vangelo secondo Luca

    Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
    Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
    Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
    Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

    Parola del Signore

  23. Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa
    (Capp. 19, 2 – 20, 12; Funk, 1, 87-89)
    *Dio ordina il mondo con armonia e concordia
    e fa del bene a tutti*
    Fissiamo lo sguardo sul padre e creatore di tutto il mondo e immedesimiamoci intimamente con i suoi magnifici e incomparabili doni di pace e con i suoi benefici. Contempliamolo nella nostra mente e scrutiamo con gli occhi dell’anima il suo amore così longanime. Consideriamo quanto si dimostri benigno verso ogni sua creatura.
    I cieli, che si muovono sotto il suo governo, gli sono sottomessi in pace; il giorno e la notte compiono il corso fissato da lui senza reciproco impedimento. Il sole, la luce e il coro degli astri percorrono le orbite prestabilite secondo la sua disposizione senza deviare dal loro corso, e in bell’armonia. La terra, feconda secondo il suo volere, produce a suo tempo cibo abbondante per gli uomini, le bestie e tutti gli esseri animati che vivono su di essa, senza discordanza e mutamento alcuno per rapporto a quanto egli ha stabilito. Gli stessi ordinamenti regolano gli abissi impenetrabili e le profondità della terra. Per suo ordine il mare immenso e sconfinato si raccolse nei suoi bacini e non oltrepassa i confini che gli furono imposti, ma si comporta così come Dio ha ordinato. Ha detto infatti: «Fin qui giungerai e non oltre e qui si infrangerà l’orgoglio delle tue onde» (Gb 38, 11). L’oceano invalicabile per gli uomini e i mondi che si trovano al di là di esso sono retti dalle medesime disposizioni del Signore.
    Le stagioni di primavera, d’estate, d’autunno e d’inverno si succedono regolarmente le une alle altre. Le masse dei venti adempiono il loro compito senza ritardi e nel tempo assegnato. Anche le sorgenti perenni, create per il nostro godimento e la nostra salute, offrono le loro acque ininterrottamente per sostentare la vita degli uomini. Persino gli animali più piccoli si stringono insieme nella pace e nella concordia. Tutto questo il grande creatore e signore di ogni cosa ha comandato che si facesse in pace e concordia, sempre largo di benefici verso tutti, ma con maggiore abbondanza verso di noi che ricorriamo alla sua misericordia per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. A lui la gloria e l’onore nei secoli dei secoli. Amen.

  24. Dal libro del profeta Baruc 1, 14 – 2, 5; 3, 1-8
    Supplica del popolo pentito
    Leggete perciò questo libro che vi abbiamo mandato per fare pubblica confessione nel tempio del Signore, in giorno di festa e nei giorni opportuni. Direte dunque:
    Al Signore nostro Dio la giustizia; a noi il disonore sul volto, come oggi avviene per i Giudei e gli abitanti di Gerusalemme, per i nostri re e per i nostri principi, per i nostri sacerdoti e i nostri profeti e per i nostri padri, perché abbiamo offeso il Signore, gli abbiamo disobbedito, non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio per camminare secondo i decreti che il Signore ci aveva messi dinanzi. Da quando il Signore fece uscire i nostri padri dall’Egitto fino ad oggi noi ci siamo ribellati al Signore nostro Dio e ci siamo ostinati a non ascoltare la sua voce. Così, come oggi constatiamo, si sono abbattuti su di noi tanti mali insieme con la maledizione che il Signore aveva minacciato per mezzo di Mosè suo servo, quando fece uscire i nostri padri dall’Egitto per concederci un paese in cui scorre latte e miele. Non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio, secondo le parole dei profeti che egli ci ha mandato: ma ciascuno di noi ha seguito le perverse inclinazioni del suo cuore, ha servito dèi stranieri e ha fatto ciò che è male agli occhi del Signore nostro Dio.
    Per questo il Signore ha adempiuto le sue parole pronunziate contro di noi, contro i nostri giudici che governano Israele, contro i nostri re e contro i nostri principi, contro ogni uomo d’Israele e di Giuda. Non era mai avvenuto sotto la volta del cielo quello che egli ha compiuto in Gerusalemme, come sta scritto nella legge di Mosè, fino al punto di mangiarsi uno le carni del figlio e un altro quelle della figlia. Il Signore li mise in potere di tutti i regni vicini e li rese oggetto di vituperio e di disprezzo per tutti quei popoli in mezzo ai quali li aveva dispersi. Così ci ha reso schiavi invece di padroni, perché abbiamo offeso il Signore nostro Dio e non abbiamo ascoltato la sua voce.
    Signore onnipotente, Dio d’Israele, un’anima angosciata, uno spirito tormentato grida verso di te. Ascolta, Signore, abbi pietà, perché abbiamo peccato contro di te. Tu domini sempre, noi continuamente periamo. Signore onnipotente, Dio d’Israele, ascolta dunque la supplica dei morti d’Israele, dei figli di coloro che hanno peccato contro di te: essi non hanno ascoltato la voce del Signore loro Dio e a noi si sono attaccati questi mali. Non ricordare l’iniquità dei nostri padri, ma ricordati ora della tua potenza e del tuo nome, poiché tu sei il Signore nostro Dio e noi ti loderemo, Signore. Per questo tu hai riempito i nostri cuori del tuo timore perché invocassimo il tuo nome. Noi ti lodiamo ora nell’esilio, poiché abbiamo allontanato dal cuore tutta l’iniquità dei nostri padri, i quali hanno peccato contro di te. Ecco, siamo ancor oggi esiliati e dispersi, oggetto di obbrobrio, di maledizione e di condanna per tutte le iniquità dei nostri padri, che si sono ribellati al Signore nostro Dio.

  25. Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

    Figlio mio, ti scrivo tutto questo nella speranza di venire presto da te; ma se dovessi tardare, voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità.
    Non vi è alcun dubbio che grande è il mistero della vera religiosità:
    egli fu manifestato in carne umana
    e riconosciuto giusto nello Spirito,
    fu visto dagli angeli
    e annunciato fra le genti,
    fu creduto nel mondo
    ed elevato nella gloria.

    Parola di Dio

  26. Dai “Libri degli Stromata” di Clemente Alessandrino (6)

    Adorare Dio mediante la vera santità delle opere e della conoscenza

    Chi peregrina verso il Signore nell’amore, anche se la sua dimora è ancora visibile qui in terra, non si sottrae alla vita terrena, ma distacca la sua anima dalle passioni. Egli vive, ma ha crocifisso la sua cupidigia e non dispone più del suo corpo al quale permette solo lo stretto necessario, per non consentirgli occasioni di rovina.

    Come può avere ancora bisogno di fortezza colui che non giace nel male, quasi non fosse più quaggiù, ma è totalmente con colui che ama? Come può far ricorso alla temperanza se non ne ha più bisogno? Avere infatti cupidigie tali che esigano la temperanza per poter essere dominate, non è di chi è puro, ma di colui che è ancora agitato dai turbamenti dell’animo. Alla fortezza poi si fa ricorso per il timore e la timidezza. è infatti disdicevole che l’amico di Dio, predestinato prima della costituzione del mondo per essere elevato alla sublime adozione dei figli, sia soggetto alle passioni e ai timori, tutto occupato nel dominare i turbamenti dell’animo. Oserei infatti dire: come uno è predestinato in base alle opere che compirà e agli effetti che ne seguiranno, così egli stesso in un certo senso avrà predestinato per sé colui che ha amato, attraverso la conoscenza che ne ha avuto. Né viene a conoscere il futuro per incerte ipotesi come la maggior parte degli uomini va congetturando, ma per conoscenza di fede riceve come cosa certa ciò che per gli altri è incerto e oscuro: e per la carità gli è già presente ciò che dovrà venire. Ha infatti creduto, per profezia e per esperienza, al Dio che non mentisce; perciò possiede ciò che ha creduto e ottiene la promessa; poiché colui che ha promesso è degno di fede essendo la verità, egli riceve sicuramente mediante la conoscenza il fine della promessa. Chi infatti conosce che lo stato in cui si trova gli dà la sicura comprensione delle cose future, va incontro al futuro con amore.

    Perciò non desidererà certo conseguire le cose di quaggiù, convinto di dover ottenere quelle realtà che sono i veri beni; desidererà piuttosto custodire quella fede che appaghi pienamente il suo desiderio. Inoltre desidera che il maggior numero possibile di fratelli diventino simili a lui, a gloria di Dio, la quale si realizza attraverso la stessa conoscenza. è infatti strumento di salvezza per gli altri colui che è pienamente conforme al Salvatore, dal momento che la natura umana deve giungere a riprodurre la sua immagine obbedendo ai suoi comandamenti senza deviare. Questo è adorare Dio, mediante la vera santità delle opere e della conoscenza

  27. Dal «Commento sul libro di Giobbe» di san Gregorio Magno, papa
    (Lib. 3, 39-40; PL 75, 619-620)
    Battaglie all’esterno, timori all’interno
    Gli uomini santi, pur se torchiati dalle prove, sanno sopportare chi li percuote e, nello stesso tempo, tener fronte a chi li vuole trascinare nell’errore. Contro quelli alzano lo scudo della pazienza, contro questi impugnano le armi della verità. Abbinano così i due metodi di lotta ricorrendo all’arte veramente insuperabile della fortezza.
    All’interno raddrizzano le distorsioni della sana dottrina con l’insegnamento illuminato, all’esterno sanno sostenere virilmente ogni persecuzione. Correggono gli uni ammaestrandoli, sconfiggono gli altri sopportandoli. Con la pazienza si sentono più forti contro i nemici, con la carità sono più idonei a curare le anime ferite dal male. A quelli oppongono resistenza perché non facciano deviare anche gli altri. Seguono questi con timore e preoccupazione perché non abbandonino del tutto la via della rettitudine.
    Vediamo il soldato degli accampamenti di Dio che combatte contro entrambi i mali: «Battaglie all’esterno, timori al di dentro» (2 Cor 7, 5). Enumera le guerre che subisce dall’esterno, dicendo: «Pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli» (2 Cor 11, 26). Altre armi che usa in questa guerra sono: «Fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità» (2 Cor 11, 27).
    Ma, pur impegnato su tanti fronti, non allenta l’attenzione per la sicurezza degli accampamenti. Infatti soggiunge immediatamente: «E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le chiese» (2 Cor 11, 28). Assume tutte su di sé le asprezze della guerra e, contemporaneamente, si prodiga con premura a difesa dei fratelli. Parla dei mali che sopporta, e aggiunge i beni che elargisce.
    Consideriamo poi quanta fatica sia sopportare al medesimo tempo le avversità all’esterno e difendersi all’interno contro le proprie debolezze. All’esterno sopporta battaglie, perché è lacerato dalle battiture, è legato da catene; all’interno tollera la paura, perché teme che la sua sofferenza rechi danno non a sé, ma ai discepoli. Perciò scrive loro: «Nessuno si lasci turbare in queste tribolazioni. Voi stessi infatti sapete che a questo siamo destinati» (1 Ts 3, 3).
    Nella propria sofferenza temeva la caduta degli altri, e cioè che i discepoli, venendo a conoscenza che egli veniva percosso per la fede, ricusassero di professarsi fedeli.
    O sentimento di immensa carità! Sprezza ciò che egli stesso soffre, e si preoccupa che nei discepoli non si formino concezioni sbagliate. Sdegna in sé le ferite del corpo, e cura negli altri le ferite del cuore. I grandi infatti hanno questo di particolare che, trovandosi nel dolore della propria tribolazione, non cessano di occuparsi dell’utilità altrui; e, mentre soffrono in se stessi sopportando le proprie tribolazioni, provvedono agli altri, consigliando quanto loro abbisogna. Sono come dei medici eroici, colpiti da malattia: sopportano le ferite del proprio male e provvedono gli altri di cure e di medicine per la guarigione.

  28. Santa Rosalia prega Gesù x noi ,fa che non ci abbandoni ma ci aiuti sempre.Aiuta mio marito guidalo e dagli pazienza,proteggi i miei figli,donaci salute pace e provvidenza. Aiuta la mia famiglia e quella di mio marito,mia suocera donale salute e memoria. Proteggi i bisognosi e gli emigrati e gli ammalati e i ns governatori. Amen

  29. Santa Rosalia aiutaci tu.Prega Gesù affinché mio marito possa risolvere i problemi che ci circondano,dagli forza .Vedi tu o Santa se può avere qualche altro incarico in modo da poter andare avanti con più serenità. Aiuta i miei figli nello studio proteggili e illuminali. Donaci salute ,pace e provvidenza. Aiuta mia suocera fa che si riprenda. Aiuta mio fratello e mio nipote e le loro famiglie. Aiuta i bisognosi e gli emigrati e gli ammalati e i ns governatori e i terremotati. Amen

  30. Santa Rosalia protettice della ns città. Proteggi mio figlio che domani ha compito scritto all’università,illuminalo tramite Gesù,guida mia figlia,dona pazienza e forza a mio marito affinché reagisce e trova delle soluzioni x andare avanti. Donaci salute, serenità e provvidenza. Di noi abbi Gesù misericordia. Aiuta la mia famiglia e quella di mio marito ,i bisognosi e gli emigrati e gli ammalati e i ns governatori,fa che la Ue non ci abbandoni ma ci dia una mano Amen

  31. Prega per la mia famiglia. Scansaci dalle brutte malattie. Lavoro per le mie figlie. Matrimonio per le mie figlie. Stabilizza i miei occhi. Pace e serenità sul lavoro.

  32. Santa Rosalia oggi è la tua festa,sono felice di essermene ricordata ,ti prego in modo particolare fa che regni la pace nella mia casa,di a Gesù che mi aiuti a superare tutti gli ostacoli insieme alla mia famiglia. Domani fa che mio figlio riesca a trovare casa prima che cominci l’università. Aiuta Giovanni che il 6 ha esami di riparazione fa che gli vada tutto bene. Donaci pace e salute e la provvidenza. Aiuta i bisognosi e gli ammalati e gli emigrati e i ns governatori che risollevino il paese e risolvino il problema pensioni.Amen

  33. Santa Rosalia patrona di Palermo, felice di averti visto sfilare sul carro .Aiutaci a superare tutti gli ostacoli,illumina mio figlio x questa laurea,proteggi e guida mia figlia con Giovanni, aiuta mio marito nei momenti critici, donaci serenità e salute. Aiuta i bisognosi e gli ammalati e gli emigrati e i ns governatori.Amen

  34. Santa Rosalia, ti chiedo di pregare Gesù xché possa aiutare la mia famiglia. Illumina mio figlio a prepararsi agli esami, stimolalo. Proteggi mia figlia, guidala.Aiuta mio marito dagli la pazienza x tutto.Di noi tutti abbi misericordia. Donaci il pane quotidiano. Aiuta i bisognosi e gli ammalati. AMEN

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